Intervista a Mario Calderini, professore di Social innovation al Politecnico di Milano
“Non è un caso che un luogo come Rinascimenti sociali sia nato a Torino. Questa città ha tratti distintivi che possono renderla protagonista nel campo dell’innovazione sociale. Bisogna però essere capaci di creare il giusto ecosistema e soprattutto di far uscire le politiche sociali dal secolo scorso, togliendole dalle mani di funzionari che da anni replicano schemi identici”.
Mario Calderini, professore di Social innovation al Poli di Milano, è convinto che l’ambito che ha fatto oggetto dei suoi studi avrà un ruolo fondamentale sotto la Mole. Come dimostra in via delle Rosine “Rinascimenti sociali”, l’acceleratore di impresa che ospita 16 startup che si occupano di welfare, educazione, cultura, ambiente.
“Ha un know how tecnologico e un saper fare impresa che ha ereditato dal passato, ma ciò che la può differenziare davvero è all’incrocio con la sua forte vocazione sociale. Le cose più interessanti che vedo emergere sono tutte figlie di alcune grandi reti sociali, dai Salesiani ai Giuseppini, fino alla Caritas e ad alcuni pezzi importanti del sistema delle cooperative. Da questo punto di vista Torino ha la stessa vivacità di Milano, dove però il Comune ha accompagnato i processi di innovazione sociale in modo straordinario. Mi aspetto che i candidati sindaci, a cominciare da Fassino, tengano conto anche di questo nei loro programmi elettorali”.
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